Con i disturbi alimentari tra i giovani non è sempre facile fare statistiche perché si tratta di una condizione abbastanza nascosta. Spesso l’attenzione è tardiva e purtroppo abbiamo difficoltà a cogliere in anticipo il disturbo.
Tuttavia, a causa dell’attuale emergenza sanitaria questa malattia -che già risulta essere in aumento da un paio di decenni- ha fatto un salto importante proprio in correlazione alla pandemia.
Le ragioni possono essere molteplici: alterazioni della vita quotidiana, l’isolamento sociale, una modifica dell’attività fisica e dell’alimentazione nei suoi ritmi, luoghi e consumi.
Stiamo assistendo ad un aumento dei disturbi del sonno e a una maggiore attenzione al cibo da parte dei più giovani.
La verità è che ai giovani è crollato il mondo adosso. La chiusura delle scuole, l’impossibilità di avere una vita sociale, la cancellazione delle attività sportive ed extrascolastiche ma anche il mancato contatto diretto con gli adulti di riferimento quanto i genitori hanno ripreso le attività lavorative, hanno avuto un pesante impatto sugli equilibri e sulla salute mentale dei giovani. Questo ha scombussolato il loro rapporto col cibo. Un evento particolarmente stressante, infatti, può portare allo sviluppo disturbi alimentari, specialmente nei ragazzi e nelle ragazze.
Questa cosa è davvero impattante perché si parla spesso di disturbi alimentari tra i giovani, ma nella realtà c’è ancora molto da fare.
Regione Lombardia, per esempio, ha approvato a inizio anno una legge di riordino per la prevenzione e il contrasto dei disturbi del comportamento alimentare e il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. Un fatto molto positivo che però adesso necessita di essere attuata.
Quello che possiamo suggerire è di osservare tutti gli aspetti del benessere di un giovane. Se un ragazzo cambia atteggiamento, se si isola, se se aumentano certi bisogni di perfezionismo o di controllo allora bisogna essere vigili perché questi possono essere segnali di disagio precedenti ad un disturbo alimentare.
Bisogna ricordare però che è sempre un problema complesso per il quale non c’è una soluzione semplice. Grazie agli strumenti a disposizione delle famiglie però, i genitori hanno la capacità di poterli riconoscere e intervenire in maniera tempestiva.