Ci sono segnali allarmanti sulla città di Milano. Nuvole che si avvicinano e rischiano di creare una tempesta perfetta. I segnali sono evidenti. Innanzitutto il costo delle materie prime. Il petrolio è salito del 34%, l’acciaio del 130%, il rame del 40%.
Milano, cui ancora non fa difetto l’idea di essere ostinatamente laboriosa, continua ad andare avanti malgrado tutto. È evidente tuttavia che stanno aumentando le iniziative di distribuzione sociale del cibo alle famiglie in maggiore difficoltà. Un secondo grave elemento è stato posto in essere dal Governo Draghi. Le politiche allarmistiche su una pandemia che di fatto non sussiste e che, numeri alla mano, dimostra la sua lenta discesa, sono azioni incoscienti che solo una classe dirigente gravemente impreparata poteva (e può, purtroppo) porre in essere. Dichiarare la volontà di continuare le zone gialle con coprifuoco alle 22.00, già di per sé atto illegale su cui più di un tribunale ha dichiarato l’illegittimità, costituisce l’atto più irresponsabile che si potesse fare. Milano infatti rischia di perdere anche tutta la stagione turistica estiva e quella professionale del primo autunno in cui era previsto il Salone del Mobile che a questo.punto rischia di essere compromesso. Confidiamo nella magistratura affinché possa esercitare il suo lavoro di controllo e, dove necessario, spicchi quanto prima mandati di cattura verso tutti quegli esponenti, politici e no, che stanno facendo saltare l’economia italiana affamando la popolazione. Non è più solo una questione economica infatti. Quello che sta succedendo è che i diritti degli italiani, diritti riconosciuti dalla Costituzione, sono consumati e violati da un’azione antidemocratica esacerbata da fosche operazioni in cui sono coinvolte multinazionali che non sembrano curare gli interessi della salute pubblica ma quella dei corposi conti correnti che fanno la felicità delle multinazionali. Dobbiamo rivedere qualcosa subito e occorre che tutte le istituzioni democratiche si mobilitano per garantire l’assetto democratico nazionale minacciato nelle sue fondamenta.