Non si mettono soltanto in fila per chiedere un po’di pane. Si rassegnano piuttosto. Sono i nostri anziani, ma anche molti quarantenni e cinquantenni separati e con figli che hanno l’obbligo del mantenimento e che non ce la fanno a resistere economicamente. Sono i nuovi poveri sacrificati sull’altare del maschilismo al contrario, in cui si stipula l’accordo di considerare il maschio quello che comunque deve provvedere al sostentamento della prole e della moglie anche se questo significa metterlo in mezzo alla strada: gli effetti collaterali del patriarcato.
Si mettono in fila senza neppure più la vergogna della loro condizione, superata dal fatto di sentirla condivisa con altri. È l’effetto della pandemia dove lo Stato tiene prigionieri i cittadini a casa, come le Brigate Rosse facevano con le persone, uomini dello Stato, che rapivano per poi processarli e in alcuni casi condannarli a morte.
Oggi accade che il pudore metta nelle condizioni chi è diventato povero di non poter neppure uscire di casa. Non è fantasia: Angela Merkel in Germania c’è andata molto vicina ad una scelta del genere. Stoppata solo, lei figlia della Germania dell’Est comunista, da un’afflato di decenza democratica dei suoi compagni di partito. L’idea che aveva proposto e ad un certo punto imposto era di chiudere anche i supermercati.
In Italia i poveri stanno diventando milioni sentendosi pure colpevoli di essere stati messi in questa condizione da una classe politica irresponsabile e incapace, soprattutto: ignorante, gretta, ignobile, indecente. Il virus ha numeri bassi, le terapie intensive sono occupate per meno del 50% dei posti disponibili e già stiamo scendendo con i numeri. I contagiati che si ammalano sono complessivamente pochi rispetto alla popolazione. Dati alla mano sono poco più del 5% complessivo, circa 3 milioni, ma i malati che sono stati curati in ospedale sono stati meno dell’1% della popolazione complessiva. La mortalità è pari a meno dello 0,1% della popolazione. Non c’è nessuna emergenza. Delle ragioni della povertà, queste sono le indicazioni date. La povertà è sempre la condizione dell’ignoranza