Elisa Vavassori: “Priorità dei vaccini ai disabili, ai loro familiari e ai caregiver”
In epoca di pandemia, i vaccini non sono abbastanza nella periferia della periferia del mondo occidentale. L’Italia non conta più nello scacchiere internazionale, come prima della caduta del muro di Berlino. Per questo mentre il Presidente americano Biden ha già vaccinato 1/4 della sua popolazione, cioè 47 milioni di persone, e la Gran Bretagna 13 milioni, noi abbiamo appena superato la soglia dei due milioni. A questo ritmo non ci vaccineremo (tutti) prima del 2023.
Elisa che è affetta da una malattia che la costringe su di una sedia a rotelle e a non essere autonoma in nulla (e a dover essere aiutata in tutto) dal mangiare al lavarsi, urla a gran voce la sua indignazione. Ha diritto di essere vaccinata, e di essere vaccinata subito e con lei anche la sua caregiver e anche suo marito che si occupa di lei. Marito che, soprattutto uscendo per andare al lavoro, rischia di contagiarsi e di contagiare lei che è fisicamente più fragile. Per lei un eventuale ricovero in ospedale sarebbe la sua morte civile, non potendo essere assistita oggi in reparto da una caregiver che non potrebbe entrare a causa delle limitazioni.
Con Elisa abbiamo parlato anche dei sogni, e dell’amore nella sua vita. Perché una persona disabile è una persona come tutti gli altri, malgrado le difficoltà motorie. Infatti Elisa eccelle nel suo lavoro, e davanti alla telecamera mostra tutta la grinta e il temperamento che ha sempre avuto. Compreso una tenerezza che la rende quell’essere speciale che è.