Siamo alla catastrofe. La Regione Lombardia, dopo aver mancato gravemente al bisogno di reperire dispositivi di protezione, dopo aver fallito nel garantire la copertura dei medici del territorio, la cui assenza ha prodotto il sovraffollamento degli ospedali; dopo essere riuscito a chiudere gli ospedali del territorio, aprendone uno in fiera a Milano; dopo essere riuscito ad avere un assessore che ha mandato in ferie i medici quando di costoro c’era bisogno per inoculare il vaccino; dopo aver cominciato il nuovo corso sostenendo che il diritto a coprire per prima la Lombardia, in termini di vaccini, dipenda dal suo Pil, e non per la più ragionevole motivazione di essere stata la prima e la più colpita al mondo, che determinerebbe la ragionevolezza di una copertura prioritaria, la Regione lombardia compie forse il suo ultimo e più fatale errore.
Fa saltare in modo definitivo il tracciamento dei dati, in modo tale da non poter più consentire quella sorveglianza attiva che consentirebbe di poter isolare e controllare i focolai. In questo senso il contributo fornito dal Prof. Alessandro Amadori, che si occupa di statistica presso l’Istituto Piepoli di Milano. Allorquando infatti si arrivasse ad avere un numero di 6000 Positivi al giorno saremmo molto vicini alla possibilità di poter guidare e controllare il virus. Cosa cui per altro ci stiamo avvicinando dopo il lockdown natalizio. Ieri, 18 Gennaio, si sono registrati poco più di 8000 casi di positività a livello nazionale. Un dato che ci dice che al di là delle solite polemiche interne, siamo in realtà vicini a poter spegnere l’incendio in Italia mentre divampa in Europa. Ecco perché la Lombardia deve assolutamente recuperare un rigore severo nel tracciamento del Covid -19.
Non perdiamo quest’occasione. La Lombardia serri le fila e adempia ai propri compiti con l’osservanza delle regole necessarie e con professionalità. Recuperiamo il nostro DNA . IL vero virus è aver perso il senso di responsabilità di agire con competenza.