La nostra associazione cresce. Piccoli ma costanti risultati. Il sostegno alle famiglie. L’aiuto a chi ha perso il lavoro. La battaglia a favore dei disabili. L’impegno per la città. Quello contro il bullismo. In due anni abbiamo fatto tanto. Interlocuzione con le istituzioni. Dialogo interreligioso. Sostegno concreto al disagio. Piccoli e modesti contributi ad una sofferenza che aumenta e pervade con sempre maggiore insistenza la vita di tanta gente.
Milano, dopo un quinquennio di crescita enorme, ha subito il blocco provocato dalla pandemia. Misure draconiane di cui presto o tardi qualcuno dovrà rispondere. Chiusure di scuole, centri culturali, teatri, cinema, bar, ristoranti, istituzioni pubbliche che con la scusa dello Smart working hanno avuto libera concessione di flettere nel loro impegno sociale. Mezzi pubblici non sempre in sicurezza e sarebbe bastato poco: un counter all’ingresso di ogni banchina della metropolitana o alla fermata degli autobus, per arrestare e contingentare l’uso dei mezzi pubblici. Poche pattuglie delle forze dell’ordine dislocate sul territorio per garantire di evitare assembramenti, soprattutto nelle arterie delle città più grandi.
In fondo il grande assente è proprio il pensiero. Ma non c’è uno che provi a portare il pensiero al centro della disputa sociale e politica per addivenire a soluzioni semplici e concrete.
Se vuoi far andare a scuola i ragazzi devi avere mezzi pubblici in cui si controlli l’accesso e in cui oltre ai bus di linea si usino quelli privati, oggi chiusi negli hangar a seguito delle zone rosse ed impossibilitati a muoversi sul territorio. Servirebbe una politica che arrivi dal basso, fatta dal basso, dalle istituzioni del territorio che hanno la migliore conoscenza di quelle che sono le istanze della propria gente. È troppo chiedere di usare la ragione e il buon senso per contribuire alla crescita della coscienza sociale?
Di questo Gianni Zais ha parlato all’interno di un talk di Antenna 3 Lombardia, L’Egregio. Ecco la puntata