Contro il Covid 19. Contro i contagi, le positività, le persone intubate, le migliaia di morti. Contro una società che soccombe davanti dell’invisibile nemico, il vaccino è l’unica arma e deve essere reso obbligatorio. Se non ti vaccini, metti a rischio l’incolumità delle persone, della società stessa. E poichè il bene comune viene prima dell’interesse personale, non possiamo consentire che il vaccino sia facoltativo. Deve essere obbligatorio.
È questo il ragionamento che fanno al Comitato tecnico scientifico, nel mondo politico ed in quello giornalistico del mainstream. Per questa ovvia osservazione non c’è motivo per non sostenere questa tesi.
Ma cosa fa esattamente un vaccino? Come si ricava?
Nella ricerca si osserva il comportamento di un virus. Se ne riconoscono le tracce genetiche. Il virus viene quindi isolato, studiato, tracciato. Una volta fatto questo, una piccola quantità di queste tracce genetiche vengono prelevate, campionate, sottoposte ad un attacco degli anticorpi per vedere l’effetto che fa. Quando risulta che vi sia la risposta degli anticorpi, i quali devono imparare a riconoscere il nemico e a renderlo innocuo, allora si procede, dopo la fase dei test, a inocularlo alle persone. E materialmente quando il virus compare nel corpo di una persona, gli anticorpi, riconoscendolo, sono in grado di sopraffarlo.
Che accade però se nella fase sperimentale il virus non è completamente isolato? Che succede se le tracce genetiche fossero parziali e quindi il virus avesse altre componenti, magari in grado di mutare? E che succede se quindi queste parti non conosciute aggredissero una persona che pure avesse fatto il vaccino?
Supponiamo che il virus Sars Cov 2 fosse composto di tre prevalenti tracce genetiche. Il fattore genetico E, il fattore genetico N, il fattore genetico RdRp. Che succede se il vaccino lo rilevassimo sulla traccia di questi tre codici e poi ci accorgessimo, tra sei mesi o tra due anni, che vi sono altre tracce genetiche, il Fattore KZ, per esempio, che non conosciamo? Il vaccino sarebbe ancora efficace?
Un altro quesito è: posto che il vaccino serve ad immunizzare contro in virus, come in questo caso, che succede se una persona fosse resistente al vaccino? Ci sono molti casi, per esempio il vicedirettore del Tempo di Roma, che pur facendo il vaccino contro l’asma, ogni anno “Dopo aver fatto il vaccino regolarmente mi ammalo” ( Agorà di martedi 15 dicembre su Raitre)
In quel caso chi non può essere vaccinato va incontro alla perdita dei propri diritti civili? Non potrà più entrare a scuola, in chiesa, nelle farmacie, nei negozi, al cinema al teatro, nei centri commerciali? Stiamo pensando a delle stanze di compensazione, dove isolarli? Per caso c’è spazio ad Auschwitz?
Potremmo decidere di mettere una stella gialla di David a tutti quelli che il vaccino hanno scelto di non farlo o hanno avuto esito negativo dopo averlo fatto, risultando privi di anticorpi.
Com’era quella storia della superiorità di una razza su un’altra?
Aveva ragione Darwin?