È una delle cose rimaste sottotraccia. Nessuno ne parla, tutti fanno finta di non vedere. La zona gialla in Campania è uno di quegli interrogativi che costringono chi non ha ancora gettato il cervello all’ammasso ad ammettere che in Italia la questione meridionale e quella settentrionale non sono mai finite
Dopo che persino il Governatore De Luca aveva chiesto il massimo delle misure restrittive, ovvero un lockdown robusto, come quello imposto in Lombardia. che dopo una settimana fa registrare una diminuzione notevole dell’indice Rt, il Governo ha deciso di soprassedere e di lasciare tutto com’è. È la mano di San Gennaro? No, c’è semmai lo zampino del centro studi di Bankitalia ad aver repentinamente mutato lo scenario d’intervento per la Regione Campania, soprattutto dopo aver assistito alle prime scene di guerriglia urbana. E sono proprio i numeri a spiegare il perché di questa retromarcia particolarmente violenta: in Italia per ogni Euro fatturato in modo legale, ci sono 25 centesimi parallelamente prodotti in modo illegale. In Campania questo rapporto sale al 60%: per ogni Euro legale oltre 60 centesimi sono illegali. Significa chiudere a casa le gente , con questi numeri, che comporta a sua volta lavoro in nero e molta molta illegalità. Detto in altre parole, questa situazione significa costringere centinaia di migliaia di famiglie a vivere d’espedienti e di fortune assortite, essendo finita l’opportunità di vivere occasioni di lavoro remunerate a nero, in cui c’inzuppa il pane la criminalità organizzata. E bisognava scongiurare proprio questa malaugurata evenienza; per questo sono nati i cromatismi che certificano la tripartizione territoriale, tra zona gialla arancione e rossa. E non è neppure detto che questo basti per evitare di andare a schiantarsi. Buffo che il Covid sia riuscito a dividere l’Italia in tra paetinproprio come la Lega secessionista di Bossi era riuscita far passare Certi treni nella vita passano nuna volta sola.
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