Sono tre i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri in meno di 12 giorni. Una rincorrere il virus che cresce ormai in modo esponenziale. Detto che per nostra fortuna il 95% dei contagiati è paucosintomatico o asintomatico, il che significa che il rischio contagio è basso, resta il fatto che le misure restrittive si sono rese necessarie a seguito della carenza dei posti letto in terapia intensiva. Per quanto bassa sia la media dei decessi e sebbene colpisca una popolazione ultraottuagenaria ( 82 anni, la media) e con patologie pregresse; e sebbene la media dei colpiti oscilli intorno ai 42 anni, ovvero ad un’età in cui la capacità del sistema immunitario dinrispondere al virus sia ancora forte, ciò non toglie che la cattiva politica abbia prodotto questa condizione. L’abbandono della medicina del territorio, la presenza di poche terapie intensive difronte ad uno scenario, nel caso più grave, che richiederebbe una percentuale molto maggiore di posti letto. A fronte degli oltre 6200 attualmente disponibili, potrebbero arrivare a servirne 150.000
Una volta chiarito di cosa abbiamo bisogno, diciamo subito che il Presidente Conte ha deciso per l’esercizio di misure draconiane che rischiano di essere un palliativo. Si colpiscono bar e pasticcerie, ristoranti , palestre piscine cinema e teatri, ovvero tutte quelle strutture che avevano provveduto con adeguate misure di sicurezza a garantire la fruibilità dei propri servizi. Non agendo invece lì dove lo sviluppo del virus è probabilmente più incisivo: sui mezzi di trasporto. Autobus, tram metropolitane e treni locali, che in queste settimane si sono stipate di studenti e lavoratori costretti nei consueti carri buoi della mattina. A fronte di questa condizione è evidente che il virus abbia trovato spazio con facilità. Va detto anche che il virus si propaga ormai di famiglia in famiglia e chi ha genitori anziani, quando arrivano sintomi sospetti non avendo più il medico di base che viene a curare il proprio caro (specie in Lombardia e in particolare a Milano) è evidente che lo porta subito in ospedale. In questo modo i posti letto a breve saranno saturi. Siamo in una crisi dunque non tanto sanitaria, numeri alla mano, ma politico amministrativa. L’inettitudine di una classe dirigente impreparata e dai connotati morali alquanto incerti, ha prodotto ed è la causa di questa situazione. Cosa bisognerebbe fare a fronte di una rabbia che monta, allorquando al ristoratore che ha speso per rimanere aperto con tutte le misure di sicurezza e i distanziamenti opportuni, diciamo adesso di chiudere? In modo pratico bisogna riaprire subito tutti gli ospedali che negli anni scorsi sono stati chiusi e allo stesso tempo costruirne subito di nuovi. Almeno 50 per Regione con 1000 posti ciascuno così da garantire un milione di posti per i degenti e assumere medici e infermieri, togliendo il numero chiuso alle università, e chiedendo alla Cina – che da Covid curiosamente è uscito totalmente – di fornirci medici e infermieri in almeno 10.000 unità, perché si adoperino subito. Il Governo Conte con la Cina ha buoni rapporti, almeno quanto gli Stati Uniti visto che Trump ha aperto un conto bancario in Cina. Va fatto subito, prima che la situazione precipiti. Poi ringrazieremo il comunismo per averci salvato. Qualcuno era comunista, diceva Gaber. Oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.