Un incontro durato oltre un’ora e un quarto. Settantacinque minuti tirati. Un assessore, Anna Scavuzzo, che è anche vice sindaco, che si occupa di sicurezza. Ed una prima evidenza empirica: siamo stati ricevuti ed ascoltati.
Secondo punto: l’Assessore si è dimostrata estremamente attenta ed ha risposto punto su punto alle nostre sollecitazioni. Che sono state due: vietare o ridurre la vendita di alcolici soprattutto nei bazar etnici che in Via Padova a Milano restano aperti tutta la notte. Imponenendolo con un’ordinanza. In secondo luogo presidiare con un numero di pattuglie maggiori, quindi con un presidio fisso o dinamico, alcune delle aree di Via Padova, tra cui Via Giacosa, via Bambaia, via Costa, area critica che abbiamo già descritto a seguito degli ubriachi molesti che fruiscono di notti bravi tramite la Gozadera, disco pub prima, La Rumba, ristorante bar, oggi.
Quello che è emerso
Innanzitutto un primo riscontro: il Comune c’è, conosce tutte le criticità e sa dove intervenire. Seconda evidenza: nel caso della discoteca Gozadera il Comune è già intervenuto. È stata chiusa nel 2018, nel 2019, nel 2020. Tanto che adesso ha cambiato nome e attività: non più disco, appunto, ma ristorante.
Qui vengono i nodi al pettine. La politica è una cosa seria e complessa. Come sa benissimo chiunque amministri la cosa pubblica. L’Assessore ha spiegato i diversi livelli di responsabilità. I negozi non si possono chiudere, e quando accade è perché una pluralità di soggetti ha dimostrato e provato che quel luogo era pericoloso. La chiusura non è mai a tempo indeterminato, ma sempre ridotta a qualche giorno. E stabilita in base alle prove portate; disposta dalle autorità giudiziarie e non da quelle comunali. Che al massimo possono fare pressione e prestare la propria testimonianza ispettiva.
Altro aspetto: l’ordine pubblico non lo dispone il Comune. Ma Questura e Prefettura. Nell’alveo di disposizioni che sono figlie delle nostre leggi. Le pattuglie mostrano efficienza e forza deterrente solo quando sono dinamiche e non fisse: e l’Assessore ha garantito che si prenderà impegno. Altrimenti possiamo mettere dei poliziotti davanti ad un luogo in presidio fisso, ma non saremo in grado d’impedire che cento metri più avanti si perseguano altri reati’
Sempre il Comune ha spiegato che lo sforzo si sta concentrando non solo nel perseguire questo gioco di guardie e ladri “perché una soluzione definitiva non ci sarà mai”, ma anche nel dialogare con le comunità coinvolte e con i consolati di quei paesi che hanno loro concittadini che qui a Milano creano problemi di ordine pubblico, come fanno i sudamericani a Milano.
Anche sulla vendita di alcol la Scavuzzo è stata chiara. “Possiamo chiedere di non consentire la vendita per il consumo fuori da un locale. Non possiamo impedire che la vendita di alcol avvenga all’interno dei locali autorizzati a farlo. Qui non vige il proibizionismo.” È in fase di studio un’attività sperimentale simile in Corso Como.
Gianni Zais, presidente di Milano Positiva, e Valentina Ciboddo residente, nonché membro del comitato Loreto, Costa Bambaia, tre vie critiche della zona, ha dichiarato al termine dell’incontro: “Ho raccontato oggi al comune la situazione di degrado in cui versano le loro strade e piazze da diverso tempo. Noi vorremmo riprendere a vivere il quartiere con rispetto di tutti, con il rispetto delle regole da parte di tutti e mantenendo la vivacità culturale che caratterizza da sempre la nostra zona. Abbiamo preso atto della certa disponibilità del vice sindaco ad ascoltarci oggi e ad accogliere il nostro disagio e le nostre proposte. Ora attendiamo che oltre alle parole , già dalle prime settimane di ottobre, si inizino a vedere delle azioni concrete”
Il vice sindaco non ha voluto fare promesse che poi non avrebbe potuto mantenere perché la politica, se fatta seriamente, richiede la necessità di lavorare, di comprendere, di studiare di conoscere e poi di agire. Non di sparare cazzate davanti alla tv, per poi eclissarsi quando tocca cominciare a risolvere le cose.
C’è di buono che l’Assessore si è sposata e ha vissuto nella zona di cui oggi s’è discusso con lei. E che è disposta a parlare e ad ascoltare il territorio. Basta che non si pretenda di arrivare a confrontarsi con l’atteggiamento di Tex Willer dichiarando di volere fare i pistoleri, salvo poi gridare allo scandalo quando si scopre che la complessità non consente di trovare soluzioni dall’oggi al domani.
“I problemi si affrontano uno alla volta cercando delle soluzioni praticabili, ha detto Gianni Zais. Non pretendiamo che con uno schiocco di dita tutto si risolva. Basterebbe che ci fosse un po’ più di controllo anche in forma di deterrenza e che provassimo ad applicare l’ordinanza che ha fatto a Bologna il sindaco Merola. Dopo una certa ora non si può più vendere alcol. Temporanea o no è comunque una misura. Un inizio comunque. Meglio che stare fermi.
La politica significa studiare e affrontare la realtà. In un paese di libero mercato e democratico, non puoi impedire di aprire un locale e di far vendere alcol. In un paese libero non puoi impedire che le persone vadano a ballare. Puoi stare addosso a coloro che ne abusano, esercitando delle misure di controllo fino a quelle restrittive se sono violate le regole.
Questo è, in democrazia. Altro da questo è dove non c’è la democrazia. E dove tutto diventa possibile.