Fase 2, più controlli contro i furbetti della movida

Il Lockdown ha stufato. Anzi di più: ha depresso, ha contratto, ha sterilizzato molti milanesi che si sono sentiti chiusi in gabbia in cattività. E come una molla troppo a lungo compresa, non appena si allentati gli ormeggi, allargate le maglie dei controlli, ha subito avuto inizio il fuggi fuggi. Anche se a Milano i numeri sono stati risibili e l’intera cittadinanza ha dimostrato senso della misura, responsabilità, coscienza del difficile momento. La fase 2, il dopo Covid, ha già avuto inizio. Con la gran parte della ripresa delle attività Produttive, non si registrano grandi numeri in città. La metropolitana è mezza vuota, anche nelle ore di punta. Le strade sono sgombre, ed il traffico è malgrado tutto contenuto

Il capoluogo lombardo è divenuto il paradigma de “un altro mondo è possibile”. La città è ancora in Smart working e la straordinarietà di oggi può trasformarsi nell’ordinarietà di domani. All’appello mancano ancora gli studenti reclusi alle lezioni digitali, le quali però si stanno affermando con prepotenza. Negli scorsi giorni, webinar sugli esami di maturità hanno avuto fino a più di 3000 visualizzazioni. Aule così grandi non esistono neppure negli Atenei della nostra regione.

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Gianni Zais da Via Padova nelle scorse ore ha voluto però mandare un messaggio ai cittadini di Milano e alle sue forze dell’ordine. In giornate tanto particolari in cui imprudenza sono anche fisiologiche, bisogna serrare le fila. Aumentare i controlli e fermare i furbetti del quartierino. Che sia l’effetto di un ribellismo giovanile o di un semplice disinteresse per gli altri, il Covid non conosce ragioni. Colpisce comunque. Perché non dobbiamo perdere il contatto con la realtà. Il virus è ancora presente e lo rimarrà. Dobbiamo imparare a contenerlo. E serve intelligenza, cura, responsabilità. Soprattutto però occorre avere le istituzioni che svolgano in modo adeguato la propria funzione: quella del controllo e del rispetto delle norme così come l’esercizio della democrazia contempla. L’uguaglianza è garantita quando il diritto dell’altro non contempli la violazione dei miei diritti. E viceversa. Altrimenti gli effetti li possiamo verificare nelle terapie intensive degli ospedali. Esperienza che vorremmo non ripetere