È finita come tutti immaginavano. All’italiana. La fase due preoccupa una parte del Paese, quella del sud che annovera praticamente meno della metà dei contagiati e dei decessi. E preoccupa l’altra metà, quella del Nord che un lockdown ulteriore non potrebbe reggerlo. Le piccole e medie imprese, lo urlano da ormai quasi quindici giorni. Se non ripartiamo subito, le aziende muoiono. E se qui si muore, muore anche il resto del Paese. Il quale non ha la forza produttiva che ha la lombardia. Ma il lockdown dovrebbe finire.
A dare il peggio di sé, la classe dirigente di questo Paese. Non sono neppure riusciti a dirci se le mascherine vanno indossate oppure no. E quando si sono sbilanciati dicendo d’indossarle non erano reperibili.
Non c’erano. Non è in assoluto il peggio di quanto si poteva fare, comunque. Nel momento del lockdown forzato andava fatta una sola cosa: preparare le aziende, le fabbriche, gli uffici, le scuole gli asili le università a nuovi stili di vita.
Formare le aziende del trasporto al più grande cambio epocale che la storia ricordi. Un cambio di comportamenti e stili di vita. Il distanziamento sociale, l’uso dei dispositivi di protezione. Immaginare e studiare soluzioni per consentire che il distanziamento sociale permetta alla gente di andare al parco o sulla spiaggia. Oppure su di un treno in piena sicurezza. O al cinema. Non è stato speso neppure un minuto.
Spiegare al titolare di un albergo come gestire la clientela in tempi di Coronavirus. Niente di niente. È l’effetto di anni di tagli al sistema sanitario. La chiusura delle iscrizioni e il numero chiuso. I salari da fame e le conseguenti fughe all’estero dei nostri ricercatori migliori. Siamo riusciti a superarci. Per tutte queste ragioni il lockdown in Lombardia potrebbe continuare fino a fine Giugno. Per poi riprendere ad Ottobre, con la seconda ondata. Potremmo fare molto meglio. Dobbiamo però cambiare prima di tutto la mentalità.E portare le competenze al potere. Buona fortuna, Italia