Essere in ansia oggi è normale, non è patologico. Se foste nella savana e sbucasse all’improvviso un leone, non pensereste di essere matti se vi venisse da fuggire o da rimanere congelati sul posto. Anzi, probabilmente l’ansia (emozione di base) vi suggerirebbe qualche buon piano di comportamento.
Ecco, più o meno è la stessa cosa, per cui non siete matti. Per di più, abbiamo a che fare con un evento inatteso, sconosciuto, molto rischioso, mortale. Fisiologico averne molta paura.
In altri termini, non dobbiamo avere paura di avere paura: quanto accade è terribile e tragico, ma attraverseremo la palude infestata. Questo è il senso dell’ “andrà tutto bene”.
L’ansia prende spazio quanto più le si lascia terreno o la si coltiva. Dunque, in primis, occorre prenderne distanza. Immaginate allora di osservare la vostra ansia come se la vedeste in un film. Ciò aiuta a starne lontani e a regolare la nostra identificazione con essa.
La nostra mente gestisce l’ansia incrociandola sinergicamente in quanto
emozione a pensieri e a piani di comportamento. Stiamo perciò attenti a ciò che guida le nostre letture del mondo. Siamo spaventati per qualcosa di reale che sta accadendo, oggi, attorno a noi. I pensieri negativi vanno modulati senza perderci in anticipazioni o profezie che si autoavvereranno!
L’ansia attraversa il corpo, lo utilizza per mostrarsi. E allora, occupiamoci del nostro corpo. Intanto ascoltiamolo, per esempio provando ad allenare la
respirazione (un certo ritmo, una certa cadenza). Poi, pur chiusi in casa,
proviamo a muoverci comunque, “buttiamo fuori” la tensione, facciamo yoga ma anche cantiamo e balliamo!
L’ansia non è sempre uguale, non ha un’unico colore, sono varie le sue
sfumature. Un buon esercizio può essere allora provare a cogliere le differenze.
Una lieve apprensione; un accenno di inquietudine che poi scompare o si
approfondisce; una tensione che presenti diverse gradazioni; il timore; il panico puro; una fobia strutturata; il terrore.
Scegliamo una persona e parliamole. Questo è sempre stato un ottimo rimedi all’ansia.
Infine: la guerra che combattiamo è contro il virus, non contro l’ansia. State a casa.
Andrea Caglio, Psicologo, Psicoterapeuta