La regione predispone un nuovo ospedale all’interno della ex fiera di Milano. Un nosocomio fatto di 500 posti di terapia intensiva dedicata ai malati di Covid -19.
Che significa, questo? Che non ci sono i posti di terapia intensiva dove cercare di curare i malati? Al contrario: i posti ci sarebbero. Sono nelle oltre 400 strutture private costruite in Regione negli ultimi 5 lustri a gestione centrodestra. Se ciascuna di loro cedesse almeno 5 posti di terapia intensiva avremmo 2000 posti di terapia intensiva. Si guardano bene però dal farlo. Perché? Perché quelle strutture sono nate e cresciute nella logica di fare del servizio pubblico un luogo di profitto.
Per cui adesso la gente può anche crepare, ma quelle cliniche non sono oggi disponibili. E così, che si fa? Si crea un nuovo nosocomio pubblico per l’emergenza. Cioè si fa oggi quello che si è evitato dolosamente di fare nei precedenti 23 anni. E allora il centrosinistra avrebbe fatto meglio? Non ho la risposta e ne dubito.
Ma resta il fatto che chi oggi guarda a Roma dando a Conte la responsabilità di quanto accade in Lombardia, sbaglia bersaglio. La responsabilità è della Lombardia. Della sua classe dirigente. Come loro è la responsabilità che a un mese dalla crisi il personale medico rischi la vita non avendo tutti i dispositivi di protezione. Essendo loro la responsabilità di un mancato acquisto di mascherine a causa di un errore negli ordinativi.
Semplicemente ci sono delle incompetenze evidenti e solari che non vede solo chi non vuole vedere o chi evidentemente ha degli interessi. La Regione Lombardia potrebbe avere molti più ospedali e posti letto pubblici. Si è scelto di andare verso il privato, verso l’idea che servizio pubblico dovesse approdare a logiche di mercato.
Cosi oggi la gente muore. Semplice. La foto a corredo di questo servizio, secondo me, è eloquente. Ci sono Governatore e assessori in chiaro assembramento dentro un luogo chiuso, cioè la fiera. Nessuno rispetta il metro di distanza, non il Governatore, non Guido Bertolaso neo commissario. È il motivo per cui da quasi tre settimane seguo le conferenze stampa a distanza, via video. Danno delle regole e poi sono i primi a violarle.
Te la fanno sotto il naso e hanno la protervia di farti anche la morale. Malgrado le decine d’infettati tra i medici e il personale medico (il 12%) malgrado i morti, hanno pure la pretesa d’individuare negli altri la colpa di questa condizione. Il che, sia chiaro, non assolve il Governo che manda carta da cesso anziché mascherine per preservare la salute del personale medico. Questo significa che tangentopoli è finita da un pezzo ma non sono finiti i suoi effetti deleteri.
Senza una classe politica almeno dignitosa e che abbia a cuore le sorti di chi vive in una regione non c’è speranza. Qualche eccezione c’è tra i politici. Qualcuno che ancora s’indigna e s’incazza c’è. Sono tuttavia dimessi, forse rassegnati. Speriamo che questa vicenda, che questo maledetto Coronavirus che si porta via le vite di tanta gente scuota le coscienze. Perché così non si può andare avanti.
Onestamente hai voglia a cantare sul balcone, se poi queste logiche infami che mettono il danaro avanti a tutto prendono sempre il sopravvento. Se ci fosse vostro padre o vostra moglie oggi dentro una terapia intensiva soffocata dal lavoro enorme che stanno facendo i medici, sareste probabilmente incazzati. E forse proprio questo è quello che la realtà ci vuole mostrare.
Troppo spesso s’è rimasti a guardare. Dicendo: io non c’entro. Ora c’entrano tutti, quando tutti siamo costretti rimanere a casa e tutti abbiamo paura.