L’ottimismo del Pirellone in tempo di crisi
Ve lo ricordate Guido Angeli, quello di Aiazzone? Provare per credere? L’Assessore al Welfare Giulio Gallera in queste sere si presenta come e forse persino meglio del piazzista di Biella. Questa sera ha concluso il suo intervento su Facebook, con uno strano ottimismo, ci avviciniamo sempre di più al modello comunista cinese, affermando che “oggi la battaglia l’abbiamo vinta noi”.
E allora vediamo da dove arriva tutto questo ottimismo, tutta questa enfasi, in un momento drammatico che richiederebbe sobrietà e che vede invece l’ assessore impegnato in performance degne di una campagna elettorale.
Aumentano le persone in terapia intensiva, sono 605, mentre il totale dei letti disponibili sono 1067. Con questa media tra meno di 10 giorni rischiamo di avere un picco di ricoverati in rianimazione, e soprattutto di non aver più letti per intubare. Siccome però il Governo ha accolto le istanze della Lombardia adesso non si può più fare polemica, né si può imbastire un processo contro Giuseppe Conte, alla luce del fatto che ora il faro di luce è puntato sulla Lombardia e su Gallera in particolare. Questo spiega anche perché con solennità pontificia lo stesso assessore ha comunicato che “Sono pervenute oltre 650 domande di assunzione tra medici e personale infermieristico e ben 100 di loro sono già stati acquisiti e distribuiti sui presidi territoriali.”
Sarebbe interessante sapere con quali criteri, con quali metodi di selezione.
Aumentano i positivi, 8725, in Lombardia 1245 in più in un giorno; mentre i ricoverati sono 4247, 395 in più rispetto a ieri, in una media più bassa paragonata a quella dei giorni scorsi. I decessi sono 744, i dimessi 1085, i tamponi complessivi 29.934.
Non manca la stoccata a Milano, 1146, “dove crescono i positivi, lentamente ma crescono,” dice Gallera, (+ 220) e a “Bergamo che ha 2236 positivi, 321 in più rispetto a ieri.”
Ovviamente solo un caso che l’osservazione sia posta verso città entrambe a guida Pd. A Lodi sono 1123 i positivi, ma sono aumentati rispetto a ieri di 88 unità, “sempre meno” dice Gallera, sapendo benissimo che lì dove c’è stata una quarantena di 14 giorni quel numero, 88, può essere letto in modi diversi. Possono essere pochi oppure ancora tanti, considerata la quarantena esercitata in tutta la bassa lodigiana.
Al netto di quello che appare sempre più da vicino un proscenio per lodare la Regione, la sanità lombarda, l’Ente fiera e tutti i medici “in una corsa contro il tempo” , suonano stonate le parole arrivate dall’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Lombardia: “L’utilizzo, specie sul territorio, di personale medico privo delle adeguate protezioni individuali ha sicuramente contribuito a diffondere il contagio, oltre a determinare gravissime conseguenze per la salute degli operatori.”
L’esercizio della critica non dovrebbe mai essere dimenticato. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato che il rischio di positività in Germania è da considerarsi esteso al 60 -70% della popolazione.
Questa dichiarazione lasciata passare come fosse una cosa normale fa pensare. Forse in Germania non c’è la stessa preoccupazione che in Italia. Perché in Italia la crisi è politico – sanitaria, perché i tagli hanno contribuito oggi alla carenza di mezzi, i respiratori in particolare, e del personale medico. Cosa che forse non ha la stesse dimensioni in Germania.
Così, forse si spiega tutto quest’ottimismo declinato a piene mani dall’Assessore Gallera che qualcuno già vede come erede di Fontana al Pirellone
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel frattempo, conferma che il nostro Paese ha dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da 575 ogni 100mila abitanti ai 275 attuali.
Un taglio del 51% operato progressivamente dal 1997 al 2015, che ci porta in fondo alla classifica europea.
Mentre le cronache raccontano del personale sanitario allo stremo, occorre ricordare che la sanità pubblica nazionale ha perso, tra il 2009 e il 2017, più di 46 mila unità di personale dipendente.
Oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri secondo la Ragioneria di Stato.
Queste sono cifre che da sole dovrebbero far comprendere perché gli ospedali e i pronto soccorso, già sotto pressione al nord, non sono in grado di reggere la diffusione dell’epidemia.
Ma, come ci ricorda Renzi, nel grafico pubblicato da Italia Viva che vedete, dal 2001 ad oggi sono stati investiti nella sanità oltre 43 miliardi di Euro. Quale sanità? Quella privata? È per questo che ora bisogna mostrare ottimismo davanti alla telecamere, in Lombardia?
A questo proposito: qualcuno sa dire perché viene tenuta aperta la Borsa di Milano? Oggi è crollata letteralmente. -17%. Un’ondata di vendite. Rammento che a fronte di un venditore c’è un acquirente. Chi compra oggi? Chi scommette sul crollo del nostro Paese?
Passata questa fase drammatica, ma vi ricordo che i malati di tumore al polmone sono 70 mila l’anno, sarà il caso di provare a fare un’analisi di tutto quanto sta accadendo. A partire dal ruolo dell’Ue e del Fondo Monetario Internazionale.