Serve fare chiarezza senza scatenare il panico: innanzitutto i numeri: in Lombardia ci sono 440 persone in terapia intensiva, stando ai dati del 9 marzo presentati dall’Assessore alla Sanità Giulio Gallera. I posti di terapia intensiva disponibili sono nella stessa regione oltre 900. E sono in aumento. Quindi: non è vero che la Lombardia è da un punto di vista sanitario collassata. Almeno, non adesso.
Punto secondo: abbiamo in tutta Italia oltre 4316 persone ricoverate. Sono 2936 quelle che, come Nicola Porro o il segretario del PD Zingaretti, sono a casa in isolamento. Quindi questo significa che i numeri stanno significativamente crescendo.
Rammento tuttavia che 4316 malati fanno attualmente una media di 215 malati per regione, anche se sappiamo benissimo che 2802 ricoverati sono solo in Lombardia. Lombardia che sta rispondendo con uno straordinario senso di responsabilità e con spirito di abnegazione attraverso il suo personale medico e paramedico. A sottolineare che se a Cremona o a Bergamo ci sono state criticità, anche gravi e al punto di far esplodere quella singola realtà, non significa che quella condizione valga per tutti. Inoltre sono arrivati oltre 200 nuovi respiratori. Cioè la Regione si sta (tardivamente) attrezzando per affrontare la crisi.
Altro dato importante che m’impone l’ennesima rettifica: ieri sera partecipando alla trasmissione Senza Sconti su Antenna 3, il Dott. Usuelli , neonatologo in terapia intensiva del Policlinico di Milano, attualmente consigliere regionale, mi ha spiegato che il trasporto di pazienti intubati da una regione ad un’altra, in condizioni d’emergenza è possibile. Il che comporta un’ulteriore riflessione. Attualmente i malati in terapia intensiva in tutta Italia sono 733 ( 440 in Lombardia)
Numeri alla mano significa significa che suddividendo i malati per Regione avremmo attualmente una media di 36 intubati per Regione. Ribadisco: quest’unità di misura la sottopongo all’attenzione di chi legge non per ridimensionare il fenomeno. Per sottolineare semmai che malgrado non sia ancora arrivato il picco di malati, malgrado si sia in quella parte di stagione in cui i numeri delle influenze sono più alti, in questo momento i numeri sono ancora sostenibili. Malgrado la crisi, il nostro sistema sanitario sta rispondendo, con grandissimo sacrificio, reggendo l’onda d’urto. Per questo dobbiamo aiutarli restando a casa. Più si abbassa il rischio di restare contagiati, maggiore la possibilità di sgravare i medici da questa immane quantità di lavoro. Tenuto conto, poi che la suddivisione tra Regioni è comunque possibile. Non c’è solo l’Ospedale Sacco di Milano. C’è anche lo Spallanzani di Roma, ad esempio.
Questo spiega perché il Governo è intervenuto con misure draconiane e ragionevolmente lo farà ancora nelle prossime ore: chiudendo tutti i negozi, bar ristoranti, tranne gli alimentari, e chiudendo anche tutti i trasporti pubblici: metro, bus ,tram, treni e aerei. Il virus colpisce indiscriminatamente e si diffonde molto rapidamente. Va fermato a qualunque costo. Un’ultima osservazione sui dati relativi al Covid-19: i numeri che vediamo oggi in forte risalita sono in parte causa di contagi provocati in un periodo antecedente la diffusione della notizia sulla presenza del virus. Gente cioè che è diventata positiva in un periodo antecedente al 21 Febbraio e che ha diffuso il contagio. Ragionevole quindi aspettarsi chen numeri continuino a salire per ancora almeno due tre settimane, per poi stabilizzarsi e cominciare a scendere grazie alle misure adottate. Per cui: state in casa, lavatevi le mani spesso, pulite bene in casa.
Domani parleremo invece degli interventi economici di cui ancora non c’è traccia.
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