Siamo arrivati al paradosso. Ci sono coloro che occupano un parcheggio per disabili, fottendosene sbrigativamente e senza sensi di colpa. E coloro che si sentono talmente in colpa che, una volta beccati, arrivano a togliersi la vita.
È l’Italia, bellezza. O troppo occupati a farsi gli affari propri, o troppo occupati a dolersi di sé fino al nichilismo. Con un unico filo comune: il disabile è un affare. Un affare per la medicina, per la sanità, per le imprese che vendono le carrozzelle, per quelli che producono i motori di una sedia a rotelle, per i medici che hanno la certezza di avere un paziente a vita. Sono un business per chi ne scrive, perché un disabile non si nega a nessuno tra le pagine di un giornale; e sono un business per i politici che con i disabili arricchiscono il florilegio di buoni propositi, tanto più se in campagna elettorale. I disabili sono un’occasione straordinaria per i moralisti e per i corifei del pessimismo intergalattico. Sono soprattutto la continuazione delle balle della politica, sotto forma di plastica dimostrazione della sua ( per fortuna non sempre) inutilità
Infatti il tema disabili asseconda il filo nero della politica nazionale: non fare niente è l’elemento comune degli ultimi decenni soprattutto in tema di viabilità. In città, in campagna, al mare. Il diversamente abile è considerato un fastidio, un’allegoria del rompicoglioni quotidiano, il rappresentante del noioso cittadino che invoca i diritti. Che noia. Infatti è per questo che il disabile evoca il non far niente come modello, l’evanescenza come sistema di potere, il paradigma dell’obsolescenza, della reiterazione del nulla come sistema. Infatti a Milano e in tutti i capoluoghi abbiamo metropolitane e stazioni senza alcun supporto per far salire o scendere le carrozzelle. E questo vale per le banche e i grandi centri commerciali, per gli aeroporti, le assicurazioni, le strade su cui camminiamo tutti i giorni. Per questo sentire che in Lombardia si sta pensando ad una proposta è un’ottima notizia. Una legge per rimuovere le barriere architettoniche. A cominciare da quelle che portiamo dentro la testa, verrebbe da dire. Ecco cosa è emerso durante il convegno organizzato da Milano Positiva alle Acli, lunedì 3 Febbraio a proposito di disabilità e barriere architettoniche
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