Concorsi sanitari. Ogni volta che va al governo di un Comune o di una Regione o dell’intero Paese una certa maggioranza, invoca il cambiamento.E allora guardiamolo, questo cambiamento. Ecco cosa accade all’ospedale di Pavia. Un concorso per diventare Primari vede dieci partecipanti. Tre superano la prova. Il primo viene nominato. Pochi mesi dopo decide di lasciare il ruolo.
Sarebbe logico a quel punto nominare chi è venuto dopo il primo: cioè il secondo classificato. Invece l’Ospedale di Pavia decide, in modo comunque conforme alla legge, di rifare ex novo il concorso. Determinando tre conseguenze:
• L’Ospedale resta senza primario, quindi senza un capitano
• Si rientra nella logica dei concorsi sanitari, cioè si spendono altri soldi quando meritocraticamente avremmo già un secondo ed un terzo classificato già pronti a subentrare: si chiama meritocrazia
• S’ingenera il sospetto di un concorso opaco in cui il nome del vincitore debba essere deciso prima del concorso stesso
In aula in consiglio regionale chi ha posto la questione è un medico: il neonatologo Michele Usuelli. Lavora al Policlinico di Milano, in questo momento fa il consigliere regionale per + Europa, ed è quindi in aspettativa. Usuelli pone una semplice domanda: se il concorso viene superato da tre persone, e una se ne va, si sceglie uno degli altri due. Perché spendere soldi pubblici per scegliere colui che il merito ha già indicato come adeguato al ruolo?
L’Assessore al welfare Giulio Gallera, assessore di una maggioranza a guida Lega Salvini, in Lombardia, difende la scelta. “È lecita, conforme a legge. Noi valutiamo i livello di efficienza dell’ospedale, che non sono cambiati e sono comunque buoni”.
Quindi, in sintesi: fin che la barca va, lasciala andare. Un classico della politica italiana
È questo il cambiamento? È questo il tipo d’Italia a cui pensa il Capitano? Al nord ricco e produttivo sono questi i criteri di meritocrazia con cui tocca convivere per scegliere chi fa cosa nell’ambito del settore pubblico e spesso anche in quello privato?
Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2020/01/30/che-ci-fanno-70-miliziani-libici-al-policlinico-di-san-donato-milanese/