Cammini distratto. Assorto nei pensieri. Tra Piazza Diaz e Piazza Duomo a Milano. Sono le 11.00 del mattino. È dicembre e fuori fa freddo. Un ostinato freddo anche se appena scaldato da un opaco sole. La città è in pieno fermento. I turisti. Gli uomini d’affari. i Vu cumprà con i loro braccialetti. La sensazione che tutto scorra veloce. Che passi come passa inesorabile il tempo di un orologio. Con cadenze precise. Poi, all’improvviso, una voce. Dolce, dolcissima. E potente. E vellutata. Estremamente femminile. Mi volto e vedo lei. Si chiama Fredrika.
Veste un abito elegante e un giubbotto per ripararla dal freddo. Stivali neri. Un volto bianco, candido, quasi marmoreo. Due labbra pronunciate e delicate. Sui capelli ha una fascia. Ha una voce di rara bellezza. È bellissima. Mi fermo ad ascoltarla. Sono incantato. La sua voce è così intensa, la sua vocalità cosi bella e rigogliosa che le persone la filmano con i cellulari. Molte sono donne. Attendono che Fedrika termini il suo canto per batterle le mani e per ringraziarla. Quando comincia a cantare il Flauto Magico di Mozart con quei vocalizzi che sembrano gorgheggi che vengono dal profondo di un’anima immersa nella bellezza, quasi mi commuovo. No, di più.
L’intera scena appare inverosimile, poiché tanta dedizione al culto del bello offerto alle spalle del museo del Novecento ma in realtà a poche centinaia di metri dalla Scala, appare quasi un insulto. Un dono troppo grande per noi comuni mortali che passiamo di lì per caso. Il suo, quello di Fedrika, è un raggio di sole che scalda da solo l’intera piazza, che coopta l’attenzione dei presenti, che genera una magia, un’alchimia non altrimenti spiegabile. Invece davanti a Fredrika, sul bordo del marciapiede su cui lei canta come fosse il palco della Scala, questa dolcissima creatura ha messo un cappello. È un cappello dorato per raccogliere qualche monetina. Accanto a lei una cassa diffonde la sua gioiosa voce; è coperta da una scritta: ” Iscrivetevi al mio canale Youtube”.
Malgrado la miseria e la sofferenza, la ricchezza di Fedrika valica i confini della ragione, dialoga con il linguaggio dell’anima. I teatri sempre più spesso si svuotano. E la gente smette di frequentare Mozart. Date la possibilità a Fredrika di avere un palco su cui salire e altre anime cui portare il suo canto. Date al mondo una possibilità ancora di potersi salvare. Date a Fredrika ciò che merita. La luce della vita, le giuste note su cui poter effettuare il ballo del suo canto. Restituite la sua unicità in un luogo degno di così tanta delicatezza.
Egregio sig. Max ,
ho letto il suo articolo e vorrei ringraziarla per le parole gentili che mi ha dedicato.
La streetart è una prestigiosa palestra per imparare a donare la voce, perchè le persone omaggiano solo quando si commuovono , e per fortuna la commozione non si può corrompere.
I grandi del passato hanno scritto note indelebili che superano qualsiasi testo di psicanalisi .
La cartina tornasole sono i visi del mio pubblico ,che si affeziona fin da subito e piange e ride con me. Allora vado avanti con forza sulla mia strada.
Con rispetto
Fredrika Zirolkin