La puzza di fogna da tempo arriva fino alle porte di casa. Ultimamente ha raggiunto anche i piani alti. I nazisti sono tornati, in Italia. Ed armati, oltretutto. Armi che non si comprano al supermercato.
Per rendere il tutto più contemporaneo si sono adeguati anche al merda -friendly delle televisioni private. Così anche loro hanno i reality, le ragazzine smutandate con effige nazi sulla schiena, il primo prototipo di topa-nazi-girl. Adesso manca solo il giornalista nazi che fa trasmissioni direttamente dalle fogne. Anzi, no: quello probabilmente già c’è, anche se indossa giacca e cravatta ed i nazi preferisce farli parlare direttamente on air.
Il fenomeno del nazismo è sulla via del ritorno. Anche perché, come bene ha spiegato un recente studio sociologico condotto in Spagna, se per trent’anni educhi un’intera popolazione a pensare e a vivere con la pancia, sarà lei a guidare la vita delle persone.
Persuasi dall’idea che gli stereotipi inoculati via video siano sempre leciti, abbiamo sdoganato la supremazia di una razza sull’altra.
I bianchi sono meglio dei neri. Le donne sono tutte puttane. Quindi di loro non possiamo che mostrare il loro décolleté, e zummate pelviche in fascia oraria protetta. Ha cominciato Mediaset, con lo sdoganamento delle veline, l’ha seguita a ruota la RAI, tutto il resto è venuto di conseguenza.
Questa cultura ad immagine della sopraffazione ha legittimato prima i rigurgiti arrabbiati e pavloviani dell’antagonismo marxista, progressivamente scomparso, poi la riesumazione dell’odio come valore.
Così riappaiono i nazisti persuasi della piena legittimazione ad odiare il negro, l’ebreo, gli zingari. Anni di precariato mediatico hanno persuaso parte della popolazione che se le cose vanno male è per colpa del marocchino o del nigeriano sotto casa. Che gli ebrei si sono inventati la Shoah e che i campi di sterminio non ci siano mai stati.
Logiche violente sempre esistite, ora però diventate ridondanti. La boria, la tracotanza di certi personaggi ha inquinato anche le istituzioni. Che a fatica, reggono ancora. Anni fa, quindici anni fa, cominciò qualcuno lungo fiume. Bruciando un accampamento di clochard sotto un ponte. Poi è cominciata l’emulazione. Fino ad avere uomini delle istituzioni che pestano un giovane in caserma fino ad ammazzarlo, cercando poi d’inquinare le prove. O che accompagnano delle studentesse straniere fino nell’androne di casa per poi lì violentarle. O che sparano dalle camionette o che arrivano di notte, spranghe alla mano, a pestare gente inerme.
Il nazismo non nasce per caso. Si genera quando poco alla volta, un passo dopo l’altro, la soglia del limite viene rapidamente fatta scendere. La rissa in Parlamento di pochi giorni fa con il tentativo di aggredire il Presidente della Camera, terza carica dello Stato, arriva pochi giorni dopo la rissa televisiva fra un nazista e un giornalista comunista appositamente messi vicino per innescare la miccia dell’odio.
Siamo tutti colpevoli. Soprattutto è colpa di chi sta zitto, sapendo. È colpa di chi resta in silenzio senza avere il coraggio di dire, “tutto questo mi fa schifo”.
‘Io li odio i nazisti dell’Illinois.’ Finirà di nuovo così: con un corpo a corpo tra bene e male. E vincerà il male, come sempre. Se un ominide extraterrestre guardasse dalla finestra del mondo il pianeta terra con metà pianeta che muore di fame e un’oligarchia di magnaccia che se la spassa nel nome del liberismo, farebbe presto a sancire la liceità all’olocausto dell’intero pianeta. Tempo sprecato, comunque. A quello stiamo provvedendo da soli. Nei secoli fedeli.
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