La sottile perfidia della minaccia velata. La continua vessazione occultata agli occhi degli insegnanti. Si chiama bullismo. Ha un nome solo da qualche anno. Prima semplicemente erano soprusi da cui, chi ne rimaneva vittima, cercava di proteggersi come poteva. Chi subiva aveva la condanna ad un ruolo di sudditanza perpetuo. Chi reagiva aveva escamotage diversi. O con violenza, menando le mani. Oppure si faceva aiutare da qualche sodale. E rimetteva in pari la partita. Poi è arrivata l’era del computer, dello smartphone e del web. E tutto è cambiato ancora. La minaccia s’è trasferita sul web, l’algoritmo incombe sulla vita e sulla libertà dei ragazzi, come una spada di Damocle.
Cosi la stessa tecnologia che può rendere schiavi può anche combattere ad affrancarsi dalla dipendenza da un tiranno che minaccia la vita di un ragazzo.
Si chiama Alexa, è un assistente vocale, un’applicazione dedicata a sensibilizzare i clienti alle tematiche del bullismo e cyberbullismo. Promossa da Amazon In The Community, il programma di Amazon finalizzato ad assicurare a bambini e ragazzi le risorse e le competenze necessarie per costruire e vivere un futuro migliore, la Skill è stata sviluppata in collaborazione con la Cooperativa Sociale Onlus Time4Child in occasione della tappa milanese del roadshow Palla in Rete, la prima campagna per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo in ambito sportivo, in particolare nel mondo del calcio.
Con Giulia Poli, Country manager Alexa Skill abbiamo trattato proprio il ruolo che un player come Amazon vuole giocare nella rete della complessità sociale provocata dall’avvento di una tecnologia sempre più pervasiva. Secondo la Poli i giovanissimi percepiscono la tecnologia in modo diverso dal mondo adulto e più empatico. “Hanno bisogno per questo di essere accompagnati dentro un processo di esplorazione”, aggiunge raccontando dei propri nipoti. Che sono e rimangono il sole di un sistema solare attorno al quale ruotano come satelliti gli elementi della tecnologia. Corollario e non protagonisti della vita dei nostri figli.
Il bullismo resta un fattore umano, prodotto da una sottocultura psichica, e da una sottocultura economica e culturale che l’alimenta. Si sconfigge partendo dalla persona e dalla sua interiorità. Dal suo profondo. Gli algoritmi possono essere un supporto. Alexa risponde a questa logica utilitaristica. La tecnologia siamo noi. Gli esseri umani.