Quanti ragazzi usano il web come primo approccio alla sessualità? E quanto, la sessualità veicolata su Internet, può essere definita adeguata rispetto ad una formazione psicologicamente stabile? Ciò che mostra infatti una fragilità profonda dei millennials è la fragilità dei loro genitori. Impauriti e spaventati dal peso delle responsabilità usano i social come strumento per trovare nuove compagnie.
Di più: usano il web addirittura per fare sesso attraverso uno schermo. Quello schermo è il riflesso di fragilità inespresse, celate all’interno di una psicologia disordinata, di un’affettività lesa da rapporti familiari anaffettivi o sofferenti. Tutto questo si riflette proprio sui figli. I quali altro non fanno che simulare il dolore dei loro genitori trasfigurandolo, portandolo direttamente all’interno dei propri cellulari dove si declina una solitudine profonda ed in cui si fomenta la ricerca di pruriginosi e naturali approcci sessuali lasciati tuttavia dentro una piattaforma priva di qualunque regola. È la condizione prodromica di un’affettività confusa e di una sessualità sempre più disagiata e sempre più esposta, superficiale, narcisista. E sofferente.
Per questo la rincorsa al cellulare e ai rapporti proiettivi e paradossalmente protetti dalla paura di amare e di affidarsi, di lasciarsi andare, sta diventando una costante tra i giovani. Nella lectio magistralis della Professoressa Ponti, la consuetudine di un racconto classico della contemporaneità: una ragazza innamorata, delle foto di lei nuda, inviata ad un ragazzino che traduce lo stesso gesto nell’esposizione di un trofeo, cui non potersi sottrarre: con la determinazione di un esito triste e doloroso.
Lei esposta al pubblico ludibrio e a un corpo che diventa il simbolo di una sovraesposizione che si traduce in violenza; un simbolico passaggio in cui si perde la definizione di ogni confine. L’inizio di una perdita d’identità, il prologo di una difficile esistenza oltre la soglia. Dentro quella soglia, oltre quella soglia siamo entrati a farne parte anche noi