Un’altra ondata di arresti, un’altra onta sulla città di Milano, di nuovo il fango della corruzione. Intanto una premessa: nessuno è colpevole fino a quando non è un tribunale a sancirlo. Occorre essere garantisti. È anche vero tuttavia che se qualcuno ruba e viene ripreso dalla telecamere e dalla intercettazioni ambientali, non ce la si può prendere con chi lavora ad acciuffare i delinquenti.
Sancite queste due linee di demarcazione che separano le opinioni dai fatti, i principi dalla loro violazione, va anche detto che Milano è città in cui c’è uno slancio etico da almeno vent’anni e forse più. Non solo per l’enorme mole di volontariato che s’è riversato in decine di associazioni che curano gli interessi dei più deboli o degli ultimi. Non solo per le decine di ambulanze al cui interno trovi ragazzi che prestano servizio gratuitamente, così come accade anche e persino per i Vigili del Fuoco; ma anche per i numerosi teatri grandi e piccoli, centrali o periferici che a Milano hanno aperto i battenti.
Il fermento culturale e morale del capoluogo lombardo non può e non deve essere sopraffatto da uno story telling che vuole raccontare Milano come la città del malaffare, della criminalità organizzata, del riciclaggio. Milano sono anche le centinaia di persone che il giorno dopo la devastazione da parte dei black block il 1 Maggio 2015, prese scopa e ramazza per pulire strade e muri, dopo che i rivoluzionari con il Rolex, avevano devastato il centro storico.
Soprattutto però il capoluogo lombardo è la città in cui sono sostenuti quotidianamente centinaia di persone disabili attraverso i centri assistenza oppure attraverso i mezzi di trasporto messi a disposizione dalla comunità. Con le criticità che pure ci sono, a Milano è in corso un rinnovamento morale di cui sono parte proprio i cittadini, i quali rimangono anonimi perché è fuori moda parlare delle cose positive. Ed invece è proprio in giornate come quelle in cui sulle testate di tutti i giornali e tg si parla solo in modo negativo della città,che occorre reagire e ricordare tutto quanto di buono è stato fatto e viene fatto tutti i giorni. Rammentare dunque quanti assistenti si occupano gratuitamente dei malati terminali, quanti infermieri, quanti volontari prestano soccorso nelle associazioni che si occupano degli anziani o dei poveri che hanno bisogno di cibo, o di cure o di medicinali.
Quanti ragazzi distribuiscono pasti caldi, oppure trascorrono il loro fine settimana pulendo i parchi o i letti dei fiumi dell’immondizia che viene riversata. Siamo molto meglio di come ci descrivono oggi. Siamo la Milano Positiva.