Ore 6.15 del mattino. Mi trovo in Viale Monza poco oltre la metropolitana di Pasteur. Devo fare un prelievo in banca allo sportello bancomat. La giornata è comincinciata presto. Così decido di recarmi presso un istituto di credito ma non vado verso il centro. Preferisco farlo vicino casa. Per questo scelgo una banca che abbia la possibilità di farmi accedere direttamente dentro l’istituto. Vi sono sportelli infatti che sono adiacenti la strada. A quell’ora, quando ancora è buio, potrebbe non essere un buona idea prelevare del danaro contante. Così mi reco all’interno della Banca Nazionale del Lavoro. E trovo una sorpresa. Al suo interno ci dorme un clochard. È un uomo sulla sessantina. È avvolto da un fazzoletto di coperte, ha un cappello in testa e dorme profondamente. Quasi mi vergogno a prelevare il danaro che mi serve. Mi viene subito in mente che potrei lasciargli qualcosa in contanti accanto al piccolo giaciglio che s’è creato. Nella sala adiacente gli uffici, l’aria è diventata irrespirabile. C’è un odore di tanfo nauseante. Schiaccio i tasti sulla macchina per ottenere quello che mi serve. Estraggo i soldi, ritiro il bancomat. Lui, l’uomo senza nome, è ancora lì che dorme. Forse non mi ha neppure sentito entrare. La sala in cui ci troviamo entrambi è riscaldata. Per questo ha scelto di dormirci. In questi primi giorni di primavera è arrivato il freddo e la pioggia. Per chi non ha un posto dove dormire, un luogo riscaldato, è un posto sicuro. Soprattutto è un luogo dove trovare ristoro quando le temperature scendono bruscamente. Me ne sto con i soldi in mano e penso a quanto sono cretino ad aver pensato che prelevare ad una cert’ora possa costituire un pericolo. Al contrario, avverto la.presenza di questa persona quasi in modo rassicurante. È un uomo che dorme in un luogo caldo, dove trova ristoro un uomo rimasto senza un tetto. Mi torna alla memoria uno slogan pubblicitario. “La mia banca è migliore”. È la prima volta che associo l’idea di banca “ad un bene rifugio”. La prima volta che penso che una banca possa fare qualcosa di utile e persino di etico. Esco pensando che la Milano Positiva esiste davvero. Magari per caso. Una mattina presto del 15 Aprile 2019.