Milano Positiva: l’ascolto come fine non solo come mezzo
“Per anni ci hanno detto che i ragazzi di oggi soffrono del complesso d’Edipo. Cioè, per lasciare la famiglia devono necessariamente rompere in modo traumatico con la famiglia e con il padre in modo particolare. Ecco, mi sento di dire che invece i ragazzi di oggi soffrono soprattutto del complesso di Telemaco. Questa è una generazione che ha disperatamente bisogno del padre. Di un padre che li aiuti, che gli indichi la strada da seguire per costruirsi un futuro.”
Il Lavoro
“Tra le molte cose che vengono rimproverate ai ragazzi di oggi, c’è quella di essere abulici, di non cercare neppure un lavoro per la sfiducia che li pervade. Tuttavia mi sento aggiungere che ce ne sono tanti che invece un lavoro lo cercano. Un lavoro anche semplice, da lavapiatti o da cameriere. Il lavoro tuttavia è difficile da trovare.”
Don Gino Rigoldi, in quest’intervista che è dell’estate del 2017, traccia un perfetto disegno della “modernità”. In occasione dell’apertura di una nuova struttura della sua “Comunità Nuova” che ormai da 30 anni aiuta e sostiene i diseredati , gli ultimi e tutti coloro che hanno problemi a mettere insieme il pranzo con la cena a Milano, Don Gino traccia una strada: quella della consapevolezza della nostra contemporaneità. In quest’intervista che gli feci appunto in occasione di una conferenza stampa in Comune a Milano nell’estate del 2017, Don Gino traccia con chiarezza i confini che un educatore deve porre in essere per avere concretamente la capacità di dare a chi ha bisogno. E in questo, con la consueta franchezza che lo contraddistingue, Don Gino traccia un solco, una strada da percorrere: l’ascolto dei ragazzi di oggi che sono scoraggiati dal mondo del lavoro che li respinge, non recepisce i loro bisogni o li piega a condizioni economiche spesso insostenibili. L’ attenzione però, durante l’intervista, si concentra verso le famiglie e verso chi dialoga con loro. Ai ragazzi di oggi manca un padre, cancellato da un falso ribellismo, che alienando il padre si è privata dell’etica della responsabilità, della partecipazione attiva e consapevole nel tessuto sociale. Milano Positiva a questa logica risponde: quella dell’impegno in prima persona e dell’ascolto della comunità. Senza il quale nessun impegno può trovare concreta applicazione